Affitti agevolati, cosa prevede la nuova proposta di legge
- Studio Zaffaroni
- 4 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Ecco come si punta a rilanciare il mercato delle locazioni a lungo termine tutelando famiglie in difficoltà e piccoli proprietari.

Alcuni recenti sondaggi hanno messo in evidenza un paradosso: in Italia attualmente ci sono quasi dieci milioni di case vuote, mentre il costo degli affitti continua a salire e trovare un’abitazione dignitosa diventa sempre più difficile per giovani, famiglie e persone fragili.
Proprio per far fronte a questa anomalia nasce il Disegno di legge n. 1417, presentato al Senato l’11 marzo 2025 da un gruppo di senatori, con primo firmatario Massimo Garavaglia.
L’obiettivo è duplice:
rispondere al fabbisogno abitativo delle classi più esposte;
rimettere in moto il mercato delle locazioni residenziali, oggi bloccato da vincoli normativi e timori diffusi tra i proprietari.
Il progetto mira a creare una nuova formula contrattuale più snella e sicura, capace di restituire fiducia a chi affitta e dignità a chi cerca casa, attraverso incentivi economici, fiscalità vantaggiosa e tutele giuridiche rafforzate.
Più tutele per i locatori, più opportunità per le famiglie
Il disegno di legge introduce un nuovo contratto di locazione agevolato, che punta a riequilibrare i rapporti tra locatore e conduttore. I canoni saranno determinati entro i valori medi indicati dall’Agenzia delle Entrate, ma in cambio il proprietario avrà garanzie importanti.
In caso di mancato pagamento anche di una sola mensilità, il contratto potrà essere risolto immediatamente, con obbligo di rilascio dell’immobile entro 30 giorni. Nessuna sospensione delle esecuzioni per motivi legati a età, salute o presenza di minori. Una scelta forte, che punta a offrire certezza del diritto, senza zone grigie o rinvii. In questo modo, si vuole incentivare la messa a disposizione degli immobili oggi sfitti, a favore di chi è in difficoltà e cerca una casa in affitto stabile, sicura e accessibile.
Fisco più leggero e incentivi locali
Accanto alle tutele giuridiche, il disegno di legge offre una serie di agevolazioni fiscali pensate per rendere conveniente la locazione agevolata. Nei comuni ad alta tensione abitativa la cedolare secca sarà ridotta al 10%.
I redditi da affitto non percepiti non faranno cumulo ai fini fiscali, e le imposte versate su canoni non riscossi daranno diritto a un credito d’imposta.
I Comuni, dal canto loro, potranno prevedere aliquote IMU più favorevoli per chi aderisce a questa forma contrattuale, premiando chi contribuisce alla tenuta sociale del territorio. Allo stesso tempo, è consentito penalizzare con un’aliquota maggiorata – fino a 2 per mille – gli immobili lasciati sfitti per oltre due anni. Un sistema di incentivi e disincentivi pensato per stimolare l’immissione di nuove abitazioni nel circuito della locazione residenziale.
I precedenti “tentativi” legislativi
Quello appena analizzato è solo uno degli ultimi disegni di legge prestati in tema di affitti agevolati. Infatti, nel corso delle diverse legislature, si sono succeduti diverse proposte. Eccone alcuni:
Disegno di Legge n. 351, presentato il 29 marzo 2013 presentato durante la XVII° Legislatura, aveva l’obiettivo di introdurre agevolazioni fiscali e altre disposizioni per facilitare l’accesso dei giovani all’abitazione principale. La proposta nasceva dalla constatazione delle difficoltà economiche che i giovani italiani incontravano nel rendersi autonomi dalla famiglia di origine, principalmente a causa della precarietà lavorativa e dei costi elevati degli affitti.
Disegno di Legge n. 1194 presentato durante XIX Legislatura: questo disegno di legge prevedeva misure urgenti in materia di politiche abitative, con l’obiettivo di introdurre agevolazioni fiscali per i proprietari che affittavano immobili a canone concordato, al fine di incentivare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili.
È importante notare che, nonostante la presentazione di questi disegni di legge, non tutti hanno completato l’iter legislativo necessario per diventare legge.
Gli accordi territoriali per affitti agevolati
Non solo a livello nazionale, ma anche in ambito regionale sono stati stipulati diversi accordi territoriali per affitti agevolati che si concretizzano in diverse tipologie di locazioni, incluse quelle transitorie e per studenti universitari, utilizzati per regolare i rapporti tra proprietari e inquilini, fissando canoni concordati e offrendo agevolazioni fiscali ai locatori.
Gli accordi stabiliscono un tetto minimo e massimo per gli affitti zona per zona, al fine di calmierare i prezzi e favorire l’ampliamento del mercato delle locazioni. I proprietari che stipulano contratti concordati possono beneficiare di sgravi fiscali, come per esempio riduzioni dell’IMU. Gli accordi territoriali variano da Comune a Comune e sono fondamentali per regolare i rapporti tra proprietari e inquilini.
Articolista giuridico, collaboratore esterno di Immobiliare.it
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